Gravity è un film di fantascienza
diretto e prodotto dal regista messicano Alfonso
Cuarón,
uscito nelle sale cinematografiche qualche mese fa, che vede
come protagonista principale la famosa attrice Sandra Bullok. La
trama semplice e poco originale è presto detta: durante una missione
sullo Space Shuttle vengono colpiti da un'onda di detriti che
distruggerà completamente la navetta spaziale rendendo lei e
Matt Kovalsky, interpretato da George Clooney, gli unici due naufragi
sopravvissuti nello spazio aperto.
L'idea di fondo
del film è tanto banale quanto copiata: ci troviamo di fronte a
quello che è un mischione di film come "Open Water",
"Frozen" e "Buried" con la differenza che il
budget per questo film è talmente elevato che gli effetti speciali
creano un colpo d'occhio mozzafiato. Questa è l'unica nota
"positiva" del film. Certo se pensiamo che per produrre un
film sullo spazio sono stati spesi oltre 100 milioni di dollari
mentre per la missione Indiana su Marte ne sono stati spesi 70 un po'
il naso è logico storcerlo.
Ma veniamo ora al
motivo per cui ho deciso di parlare di questo film che è il motivo
stesso per il quale ho titolato così l'articolo. Sarà capitato a
chiunque di imbattersi sulle opere di arte moderna e nel cercare di
capirne il "significato". Quando ci si imbatte nella
Cappella Sistina il primo pensiero è di sgomento, di mancanza di
fiato. Ci si rende conto di aver edi fronte qualcosa di grandioso.
Negli ultimi
cento anni però l'arte (pittorica in primis) ha subito un nettissimo
decadimento e si è arrivati al punto di riuscire a vendere un quadro
di "3 sfumature" a 75 milioni di dollari. Parlo del "Royal red and blue" di Mark Rothko.
La discussione
che nasce ora è tra gli esperti di arte e i normali osservatori di
queso quadro. I primi non faranno altro che posizionare l'opera in un
contesto più ampio, intrecciando la vita del pittore con ciò che è
il mondo che lo circonda. E questo scavare a fondo può essere
giusto, ma detto onestamente quest'opera rimane insignificante.
Questa come tantissime altre. E qua mi ricollego al film: ho letto
tantissime recensioni positive di pseudo esperti cinematografici che
con paroloni e frasi ad effetto cercavano di esaltare questo film. Ma
la verità è che ad un occhio comune il Royal red and blue e Gravity
rimangono due opere inconsistenti. Una volta che ce li hai di fronte
non ti lasciano nulla se non noia, disgusto ed incredulità. Quindi
il mio allarmismo è legato al fatto che oramai la pittura sia stata
completamente contagiata da ciò e non vorrei che anche il cinema in
futuro possa fare la stessa fine.
Concludo l'articolo con un divertente ed ironico video di Aldo, Giovanni e Giacomo al museo di arte moderna.
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