martedì 17 dicembre 2013

Gravity: l'arte moderna sta contagiando anche il cinema


Gravity è un film di fantascienza diretto e prodotto dal regista messicano Alfonso Cuarón, uscito nelle sale cinematografiche qualche mese fa, che vede come protagonista principale la famosa attrice Sandra Bullok. La trama semplice e poco originale è presto detta: durante una missione sullo Space Shuttle vengono colpiti da un'onda di detriti che distruggerà completamente la navetta spaziale rendendo lei e Matt Kovalsky, interpretato da George Clooney, gli unici due naufragi sopravvissuti nello spazio aperto.


L'idea di fondo del film è tanto banale quanto copiata: ci troviamo di fronte a quello che è un mischione di film come "Open Water", "Frozen" e "Buried" con la differenza che il budget per questo film è talmente elevato che gli effetti speciali creano un colpo d'occhio mozzafiato. Questa è l'unica nota "positiva" del film. Certo se pensiamo che per produrre un film sullo spazio sono stati spesi oltre 100 milioni di dollari mentre per la missione Indiana su Marte ne sono stati spesi 70 un po' il naso è logico storcerlo.

Ma veniamo ora al motivo per cui ho deciso di parlare di questo film che è il motivo stesso per il quale ho titolato così l'articolo. Sarà capitato a chiunque di imbattersi sulle opere di arte moderna e nel cercare di capirne il "significato". Quando ci si imbatte nella Cappella Sistina il primo pensiero è di sgomento, di mancanza di fiato. Ci si rende conto di aver edi fronte qualcosa di grandioso.
Negli ultimi cento anni però l'arte (pittorica in primis) ha subito un nettissimo decadimento e si è arrivati al punto di riuscire a vendere un quadro di "3 sfumature" a 75 milioni di dollari. Parlo del "Royal red and blue" di Mark Rothko.


La discussione che nasce ora è tra gli esperti di arte e i normali osservatori di queso quadro. I primi non faranno altro che posizionare l'opera in un contesto più ampio, intrecciando la vita del pittore con ciò che è il mondo che lo circonda. E questo scavare a fondo può essere giusto, ma detto onestamente quest'opera rimane insignificante. Questa come tantissime altre. E qua mi ricollego al film: ho letto tantissime recensioni positive di pseudo esperti cinematografici che con paroloni e frasi ad effetto cercavano di esaltare questo film. Ma la verità è che ad un occhio comune il Royal red and blue e Gravity rimangono due opere inconsistenti. Una volta che ce li hai di fronte non ti lasciano nulla se non noia, disgusto ed incredulità. Quindi il mio allarmismo è legato al fatto che oramai la pittura sia stata completamente contagiata da ciò e non vorrei che anche il cinema in futuro possa fare la stessa fine.

Concludo l'articolo con un divertente ed ironico video di Aldo, Giovanni e Giacomo al museo di arte moderna.


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